Regole di scrittura italiane
Ce l’ho
- Pur desemantizzato, quando nella frase si inserisce un pronome come “lo”, il “ci” torna a essere, nella grafia, “ce”. Ecco perché dobbiamo scrivere "ce l’ho" e non "c’è l’ho".
- Ce lo è un pronome doppio e vale “a noi lo”: “Ce lo dicono sempre” e non va assolutamente confuso con la forma “ce l’ho” in cui è presente il verbo avere.
- Come si scrive “te lo avevo detto”? Il “te lo avevo detto” si applica in genere a tre tipi di circostanze, che vado sommariamente a descrivere: il primo tipo riguarda noi stessi e il nostro interlocutore; spesso ha a che fare con scelte o azioni che abbiamo compiuto e che non hanno avuto esito positivo.
Fatto a posta
- Secondo il sito ufficiale dell’Accademia della Crusca sono corrette entrambe le varianti, sia "farlo apposta" che "farlo a posta", sebbene la prima, quella univerbata, sia di gran lunga più diffusa.
Qual è
- La grafia corretta nell’italiano contemporaneo è "qual è", senza apostrofo. La grafia qual’è, anche se molto diffusa, è scorretta, perché non si tratta di un caso di elisione, ma di troncamento, dal momento che "qual" esiste come forma autonoma. Anche "qual era" si scrive senza apostrofo.
Regole ortografiche
- UTO, ATO, ITO l’H mette al dito —> Io ho mangiato, tu hai bevuto, egli ha dormito.
- ARE, ERE, IRE l’H fa sparire —> Vado a mangiare; non bere la coca cola; vado a dormire.
Pronomi riferiti al destinatario
- Sono: io, tu, egli, ella, esso, essa, noi, voi, essi.