Laureati e studenti universitari in Italia
Fra i diplomati del 2018 (71,7%) che hanno scelto di continuare gli studi, il 6,6% ha deciso di abbandonare l’università fin dal primo anno di corso. Sebbene un ulteriore 8,7% sia attualmente iscritto all’università ma abbia già cambiato corso o università. Quindi, quanti sono i laureati in Italia? Secondo l’Istat, solo il 20,1% della popolazione di 25-64 anni in Italia ha una laurea, contro il 32,8% dell’UE. Le quote di laureati sono inferiori ai valori europei, ma sono più alte al Nord (21,3%) e al Centro (24,2%) rispetto al Mezzogiorno (16,2%).
Terminologia e impatti della laurea in medicina
In merito al termine "medico", il Vocabolario Treccani afferma: "Si abbrevia in "dott. o dr." nelle comunicazioni scritte. In generale, la forma "dott." prevale e quindi è consigliata (analogamente a "professore"). Qual è l’impatto di una laurea in medicina senza una specializzazione? Il medico senza specializzazione può anche lavorare per le carceri, la protezione civile e la Croce Rossa Italiana. Ancora, ha la possibilità di diventare medico militare, medico dell’INPS o medico dell’INAIL, partecipando a concorsi pubblici. È anche in grado di lavorare nel pronto soccorso. Di conseguenza, quanti laureati in medicina trovano lavoro? Dopo la laurea in medicina, il tasso di occupazione è del 46,5%; Il tasso di occupazione aumenta del 95% a cinque anni dal conseguimento del titolo, cioè dopo aver ottenuto la specializzazione.
La figura dell’anatomopatologo
Qual è il nome del medico che conduce l’autopsia? L’anatomopatologo è un medico che si occupa dell’anatomia patologica.