Come mangiavano i nobili romani?


La dieta dei Romani

I Romani amavano cibi bolliti e budini, come la puls, una pappa semiliquida a base di farro, frumento e altri cereali. Si faceva grande uso di olio di oliva e si sorseggiavano vini corposi all’occasione miscelati all’acqua, o il mosto fermentato e dolcificato con miele, denominato mulso.

I banchetti romani

I commensali sono riuniti nella stanza principale del palazzo (μέγαρον), nella quale abitualmente stanno gli uomini, e i preparativi si fanno o nel μέγαρον stesso o nella corte (αὐλή) che vi dà accesso, e dove gli animali sono uccisi e cotti. Gli animali che servono da cibo sono buoi, pecore, capre e porci.

Cibo nel Medioevo

Ogni portata era servita in contemporanea a tutti gli invitati, secondo un rigoroso ordine di servizi che si succedevano. Generalmente le tavole più signorili dovevano offrire uno o due servizi di apertura, con frutta e verdure; a seguire i brodetti e le zuppe, anche a base di ravioli e lasagne in brodo.

Tavola nel Medioevo

L’apparecchiatura, frequentemente allestita in tavoli mobili montati su cavalletti (talvolta con tovaglia), era messa per mangiare e tolta dopo il pasto per riprendere le attività lavorative. Si sedeva su cassapanche (le sedie erano un lusso), all’interno delle quali venivano conservati alcuni cibi.

Alimentazione nel 1300 e 1400

I poveri mangiavano prevalentemente cereali, talvolta grano, più spesso segale e orzo che consumavano sotto forma di pane, zuppe o minestre, di farinata che era una specie di polenta. C’erano poi ortaggi e legumi: lattughe, rape, cipolle, zucche, cavoli. Sulle tavole delle famiglie più ricche compaiono le minestre preparate con brodo o latte, riso e cereali, mentre le carni più pregiate sono selvaggina e pollame. E’ di questo secolo l’abitudine di avvolgere le carni in croste di pane. Inoltre alla fine del Quattrocento compaiono le paste "all’italiana".

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