Come vive Dante l’esperienza dell’esilio?


Dante è stato esiliato ingiustamente da Firenze e si trova nella stessa situazione delle tre donne che sono state bandite da Firenze e rappresentano lo stesso poeta. Pertanto, sono caratterizzati dagli stessi elementi che identificano l’esule di Dante: povertà, mendicità, vestiti rovinati.

Dante sentiva un profondo significato dell’esilio, poiché doveva lasciare definitivamente la sua terra natale, il che innescò una lunga fase di sofferenza interiore che portò alla creazione del suo capolavoro più importante: La Sacra Commedia. In questo periodo scrive le sue opere più significative, come "Il Convivio" (1303-1304) e "De Vulgari Eloquentia" (1305).

Dopo diversi tentativi militari per tornare a Firenze, ha fatto "parte per se stesso". La carriera politica di Dante inizia nel 1295 iscrivendosi alla corporazione dei medici e degli speziali. Ha vissuto in esilio in diversi posti, come ad Arezzo, nella Lunigiana, a Bologna, Forlì, Verona e infine a Ravenna, dove è morto.

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