L’arcobaleno
Cosa c’è alla fine dell’arcobaleno, al centro dell’atomo e all’inizio dell’oceano? Se è buona tutti la scartano. È una stella, ma non splende. Perché l’arcobaleno si chiama così? Etimologia composto da arco e baleno, cioè lampo. Quindi, l’arco che compare con -o passati- i fulmini della tempesta. Come si produce l’arcobaleno? La luce solare si disperde e viene riflessa e rifratta all’interno delle gocce d’acqua e ne vediamo il risultato (l’arcobaleno, appunto) quando intercettiamo con i nostri occhi i vari raggi colorati.
- Ad esempio la luce blu (onde più corte) viene rifratta con un angolo maggiore di quella rossa.
Bianco e Nero
Come si definiscono il bianco e il nero? Il bianco e nero, o bianconero, spesso abbreviato in B/N, indica una forma di rappresentazione visiva che non utilizza il colore. Cos’è il bianco ottico? Il bianco ottico è quello più chiaro. Riflette la luce più delle altre tonalità, risultando quindi molto brillante, spesso troppo. Il bianco latte, invece, contiene nel suo pigmento una minima traccia di giallo.
- In termini di frequenze di luce, il bianco è la presenza di tutti i colori ed è quindi un colore. Il nero è al contrario la completa assenza di colori. In termini di pigmenti, il bianco è la completa assenza di un qualsiasi colore mentre il nero è la somma di tutti quanti.
Colori Principali
Quali sono i colori principali? Il numero perfetto per i colori è anch’esso il tre. Poiché sono solamente tre i colori inimitabili che non discendono dalla mescolanza di altri, e questi per l’appunto sono i colori primari: stiamo parlando del rosso, del blu e del giallo.