Leggi sul Licenziamento in Italia
Se il lavoratore non rispetta il preavviso di dimissioni in tutto o in parte, il datore di lavoro può trattenere dalle sue spettanze finali una somma pari alla retribuzione percepita durante il preavviso non rispettato, noto come indennità sostitutiva del preavviso.
Spese obbligatorie per il datore di lavoro
Il datore di lavoro è tenuto a pagare la tassa sul licenziamento, nota anche come ticket Naspi, che può arrivare fino a 1500 euro a seconda dell’anzianità del lavoratore, per compensare in parte le spese sostenute dall’Inps.
Licenziamento per giusta causa
Quando un lavoratore si comporta in modo così grave da non consentire la prosecuzione del rapporto di lavoro, neanche temporaneo, è possibile il licenziamento per giusta causa. Il licenziamento di un lavoratore a tempo indeterminato può avvenire anche per giustificato motivo soggettivo. Anche un lavoratore assunto a tempo indeterminato può essere licenziato per motivo soggettivo. In questo caso, il datore di lavoro deve fornire un preavviso e il lavoratore può continuare a lavorare con diritto alla retribuzione fino al licenziamento.
Assistenza scolastica in caso di assenze non giustificate
Secondo la sentenza 26465/2017 della Corte di Cassazione, se un lavoratore è assente per malattia, deve informare il datore di lavoro delle ragioni della sua assenza. Questo perché è un obbligo previsto dal CCNL. Se le ragioni della sua assenza non sono giustificate, il lavoratore deve regolarizzare la sua posizione il giorno successivo, altrimenti potrà entrare in classe solo se accompagnato da un genitore o da chi ne fa le veci.