Quali sono le visioni della felicità criticate da Aristotele?


Aristotele e la felicità

Aristotele critica il senso comune ordinario rispetto alla definizione del vero bene: esso non è ricchezza e non è nulla che sia perseguito per qualche motivo che non sia già in se stesso. Tuttavia, il filosofo mantiene l’idea che la felicità sia l’obiettivo della vita umana.

L’amicizia secondo Aristotele

Per Aristotele, l’amicizia è legata alla virtù poiché rappresenta una fonte di felicità fondamentale per l’uomo. Senza amici per tutta la vita, un individuo è irrimediabilmente triste, privo di possibilità di miglioramento.

Le virtù etiche ed intellettuali di Aristotele

Aristotele distingue le virtù etiche (coraggio, temperanza, liberalità, giustizia, ecc.) dalle virtù intellettuali. Le virtù intellettuali sono l’arte, la scienza, la saggezza pratica, l’intelletto, e la sapienza. La virtù superiore consiste nel mezzo per conseguire la felicità.

Epicuro sull’amicizia e la felicità

Epicuro associa l’amicizia ai maggiori piaceri puri e alla saggezza. Senza amici, non è possibile essere né saggi né felici. Per Epicuro, la felicità consiste nel dominio dell’intelletto sulle passioni.

Stoici e la felicità

Secondo gli stoici, essere felici significa sapersi controllare, facendo sì che sia l’intelletto a dominare sulle emozioni. È importante rinunciare a passioni per compiere azioni giuste e raggiungere la serenità.

L’insegnamento di Epicuro

Epicuro insegna ciò che è veramente essenziale per condurre una vita serena e priva di affanni, respingendo le opinioni che spingono alla ricerca di beni che non portano vera felicità.

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