Nei giorni dei miti e delle leggende, la bellissima Calypso domava il mare e tutti i naviganti la amavano e la onoravano, poiché anch’essa aveva sangue mortale. Come dea pagana, Calypso aveva la capacità di assumere molte forme, e dato che le fu attribuita la forma di un granchio, lei assunse anche quella forma.
Calipso, nella mitologia greca era la figlia del Titano Atlante, conosciuto come Oceano o anche Nereo. La ninfa era conosciuta come una divinità marina dall’estrema bellezza. Calipso viveva all’interno di una spelonca di elevata profondità.
Calipso, consapevole della partenza dell’eroe, tenta di trattenerlo a se promettendogli una vita quieta e tranquilla di contro ai rischi e alle sofferenza che lo attendono nel viaggio di ritorno e offrendogli l’immortalità rispetto alla vecchiaia e quindi alla morte.
La faringe contratta nello sforzo, la glottide che sbatteva e schioccava con un rumore sordo e debole. La bocca spalancata e al tempo stesso raggrinzata in una smorfia di dolore.
Homer, all’inizio dell’Iliade e dell’Odissea, invoca la sua Musa perchè lo ispiri nella creazione della sua opera. La musa della poesia epica e lirica era Calliope, amata da Apollo e madre di Imene, la divinità che presiedeva alle nozze e ai canti nuziali.