Essere una donna completa vuol dire avere sicurezza nei propri mezzi, sentirsi realizzata e appagata senza dover fare affidamento su un’altra persona. Significa essere emotivamente indipendente e riuscire ad avere relazioni sane con le persone, senza adottare comportamenti di codipendenza.
La donna che decide di rimanere single non ha bisogno di un uomo per sentirsi soddisfatta, completa e felice; no, lei si sente così con se stessa perché ha saputo sviluppare l’amor proprio. O, semplicemente, rimane single perché vuole prendere una pausa dal mondo degli appuntamenti e dalle sue esigenti richieste.
Secondo la teoria multifattoriale, l’intelligenza sarebbe in realtà un insieme di fattori indipendenti, senza un fattore g a monte. Un modello multifattoriale molto noto è la struttura dell’intelletto di Guilford, ampliata e rivista più volte.
Per farla breve, il punteggio benchmark è di 100 e si stima che la maggior parte delle persone rientri in un intervallo compreso tra i 70 e i 130 punti. È quindi stato calcolato che solo il 2.5% della popolazione mondiale abbia un quoziente intellettivo superiore a 130.
Alfred Binet (1857-1911), creatore del primo test sul Quoziente d’intelligenza.
La Scala WISC-IV (Wechsler Intelligence Scale for Children – quarta edizione), che consente una valutazione dell’intelligenza, mediante l’identificazione del Q.I. (Quoziente Intellettivo), in bambini di età compresa tra i 6 e i 16 anni.
A tale età le prestazioni del bambino affetto da handicap cognitivo lieve infatti non differiscono sostanzialmente da quelle dei suoi coetanei normodotati.
- Si impegnano nelle sole attività che piacciono a loro.
- Si annoiano facilmente.
- Non hanno molta stima di loro stessi.
- Sono insicuri.
- Si distraggono in maniera molto frequente.
- Apprendono in tempi davvero brevi.