Cos'è il growth hacking?

Il modo migliore per capire il growth hacking e cosa fanno i growth hacker è quello di capire prima cosa si intende con il termine hacker. Un hacker è qualcuno che è più interessato a raggiungere un obiettivo che a seguire un processo prescritto. In altre parole, gli hacker si preoccupano più di ciò che deve essere fatto che di come dovrebbe essere fatto. Di conseguenza, gli hacker spesso escogitano modi innovativi per ottenere le cose.

Per esempio, un hacker potrebbe cercare di ottenere un accesso non autorizzato a un sistema informatico. Non ha molta importanza come lo fa (e spesso non c'è un metodo specificamente prescritto), purché qualsiasi cosa stia facendo gli permetta di accedere. Poiché gli hacker sono più interessati a ciò che deve essere fatto piuttosto che a come dovrebbe essere fatto, tendono ad essere piuttosto anti-autoritari e inoltre non vanno molto bene nelle grandi aziende dove ci si aspetta che facciano le cose in un certo modo.

Un growth hacker è un hacker il cui obiettivo è quello di far crescere il numero di utenti per un prodotto specifico. Mentre molte persone considerano la crescita degli utenti come una funzione di marketing, questo presuppone che ci sia solo un modo per ottenere utenti (cioè il marketing). Ma questo non è vero. Infatti, sempre più negli ultimi anni abbiamo visto nuovi prodotti crescere da zero a milioni di utenti con poco o nessun marketing. Costruire caratteristiche virali del prodotto è la più ovvia, ma ce ne sono molte altre (le tratterò in un post futuro). Di conseguenza, non ha senso collocare il growth hacking all'interno di un particolare dipartimento come il marketing o l'ingegneria. Invece, finisce per essere un ruolo interfunzionale.

L'idea è che per ogni decisione che un'azienda prende, un growth hacker dovrebbe chiedere: "Quale sarà l'impatto sulla crescita?"

Per esempio, quando Facebook era ancora nelle sue fasi iniziali ha costruito un team di crescita interfunzionale guidato da un growth hacker che toccava molti altri dipartimenti, tra cui Marketing, BizDev, Prodotto, Finanza e anche HR. Tra molti altri progetti, il team era responsabile di rendere Facebook disponibile in ogni lingua attraverso il crowdsourcing, implementando un robusto sistema per importare i contatti e-mail, e anche costruendo un "Facebook Lite" che alla fine è stato chiuso

Negli ultimi anni, i growth hacker veramente innovativi hanno sviluppato vari framework e best-practice. Ragazzi come Noah Kagan (AppSumo, Mint, Facebook), Mike Greenfield (Circle of Moms, LinkedIn), Dave McClure (500 Startups, PayPal) e molti altri hanno sperimentato tecniche focalizzate su viralità, email, ottimizzazione dei motori di ricerca e marketing.

Ho anche scritto un post di recente in cui ho sostenuto che growth hacking = lean marketing (http://www.growhack.com/2012/09/05/is-growth-hacking-lean-marketing/).