Qual è l'impatto dei social media sul diritto costituzionale alla privacy e alla libertà di espressione?

I social media, come li intendo io, sono piattaforme internet che permettono ai cittadini comuni di comunicare in modo rapido, economico e con una portata senza precedenti in termini di geografia, sociologia e decoro.

Questa è la descrizione tecnica, non umana e senza principi di un mondo cibernetico inanimato di comunicazioni.

Come tale non è diverso da un foglio bianco, una radio senza trasmissione, una televisione muta e un tubo vuoto nel vostro salotto.

Aggiungete esseri umani con un computer o uno smartphone e dieci dita e avrete un sistema capace di proiettare qualsiasi cosa chiunque voglia sputare fuori impunemente e senza recriminazioni o vincoli di coscienza, moralità o etica.

In termini della nostra Costituzione e delle parti rilevanti riguardanti la privacy e la libertà di parola, credo che i nostri fondatori fossero uomini esperti del mondo che conoscevano la natura degli umani e la loro intrinseca capacità di abusare e mancare di rispetto agli altri. Ciononostante hanno incluso i diritti di tutte le persone a vivere in un paese con la libertà di impegnarsi in insidiose invasioni della privacy e della libertà di espressione con lo stesso abbandono dei bambini o delle persone senza decenza.

Quindi, anche se i fondatori non avrebbero mai potuto immaginare internet e i social media, non avrebbero scritto quei documenti in modo diverso anche se avessero potuto avere una tale immaginazione. L'impatto dei social media è come un altro guizzo di statica o di cattiva trasmissione sulle nostre libertà.