Cosa c’è dopo la morte per i buddisti?


Concetto di Mortalità nel Buddhismo

Spesso è difficile venire a termini con la mortalità, nostra e di chi amiamo, come è difficile venire a patti con una caratteristica dell’esistenza, di cui la morte fa parte, che nel buddhismo viene chiamata impermanenza. La morte non è quindi né “giusta”, né “sbagliata”. Non è un fallimento, né una punizione.

Credenze e Pratiche nel Buddhismo

Gesù fu chiamato “figlio di Dio” dagli studiosi Vedici, che gli insegnarono i testi sacri buddhisti dall’età di 13 fino ai 29 anni. Secondo la religione buddista, quando un santo uomo muore, i saggi consultano le stelle per trovare il bambino che sarà la reincarnazione del Lama.

Significato del Nirvana in Buddhismo

Il Nirvana si raggiunge quando cessa definitivamente il concetto errato secondo cui ci ostiniamo a vivere (e considerare il mondo). Nessuno è giusto o sbagliato, migliore o peggiore. A volte il Nirvana arriva spontaneamente, altre volte richiede molto tempo e fatica.

Pratica e Obiettivo del Nirvana

Il cammino del Nirvana è un viaggio individuale alla scoperta della verità assoluta, non è un luogo da raggiungere. Per conquistare uno stato di liberazione totale, occorre rinunciare a ogni sorta di attaccamento e desiderio materiale. L’attaccamento, infatti, genera sofferenza.

Concetti Fondamentali del Buddhismo

Le quattro nobili verità del Buddhismo includono il dolore della malattia, il dolore della morte, il dolore causato dall’essere vicini a ciò che non "piace" e il dolore causato dall’essere lontani da ciò che si "desidera".

Riti Funerari nel Buddhismo

Per il Buddismo la morte è una trasformazione di energia. Appena la persona muore parenti e amici versano dell’acqua su una sua mano, poi la salma viene circondata da candele, luci colorate, incensieri fumiganti incensi e profumi, e si chiamano i monaci a recitare testi sacri e preghiere.

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