Scultura romanica
La scultura romanica Sulle facciate delle chiese, sulle lunette dei portali, sui capitelli delle colonne i maestri scolpivano (generalmente con la pietra locale) creature mostruose o fantastiche, quali sfingi, draghi, grifoni che fungono da ammonimento e descrivono l’eterna lotta tra il Bene e il Male.
Colori nella preistoria
I colori maggiormente utilizzati nella preistoria erano: il rosso, il giallo, il bianco ed il nero. Questi erano ottenuti dalla lavorazione di particolari materiali come: la terra d’ocra, l’ematite, il nerofumo, il calcare o il gesso da cui si otteneva il pigmento.
Materiali e tecnica
I materiali più utilizzati per le "veneri" sono steatite, calcite, calcare marmoso. Tali "veneri" sono state rinvenute in diverse località europee, ma sono di fatto diffuse dall’Atlantico alla Siberia.
Scultura in gesso
Per facilitarne la lavorazione, il blocco di gesso può essere fissato su una lastra di ardesia: fai colare su di essa del gesso liquido, posaci sopra il blocco, premi e lascia solidificare. Il lavoro ultimato verrà staccato dalla base con una netta scalpellata tra gesso e piano di appoggio.
Lavoro della pietra
Chi lavora la pietra è detto lapicida, lapidario, marmista, marmorario. Gli utensili per la scultura e le incisioni sono classificati in 2 macro-categorie: Utensili a percussione e Utensili abrasivi.