Quale documento è considerato la prima testimonianza della lingua italiana?


Testimonianze del volgare italiano

Il primo documento tradizionalmente riconosciuto di uso di un volgare italiano è un placito notarile, conservato nell’abbazia di Montecassino, proveniente dal Principato di Capua e risalente al 960: è il Placito cassinese (detto anche Placito di Capua o "Placito capuano").

Dall’VIII secolo si hanno le prime testimonianze di una lingua che si differenzia nettamente dal latino: i primi scritti in lingue volgari italiane pervenuti fino a noi sono l’Indovinello veronese, scritto verso l’anno 800.

Diffusione del volgare italiano

Quando l’Impero romano d’Occidente cadde, aprendo la strada alle invasioni barbariche, in ogni regione, e quasi in ogni vallata, il latino si frantumò in tante parlate diverse. Nacquero così i tanti “volgari”, termine che non sta a significare “rozzi”, ma semplicemente “lingue di uso comune”.

Uso del volgare per fini documentali

Intorno all’XI-XII secolo il volgare inizia ad essere usato in testi con caratteri propriamente letterari.

Lingue ingevoni

Delle varie tribù, degli Ingaevones facevano parte in particolare Frisi, Cauci, Cimbri, Teutoni, Angli, Sassoni e Juti.

Paesi germanici

  • Germania
  • Austria
  • Svizzera
  • Liechtenstein
  • Danimarca
  • Mar Baltico
  • Polonia
  • Repubblica Ceca
  • Repubblica Slovacca
  • Ungheria
  • Slovenia
  • Italia
  • Francia
  • Lussemburgo
  • Belgio
  • Paesi Bassi
  • Mare del Nord

L’inglese come lingua germanica

L’inglese è una lingua germanica, ma pochi sanno che il motivo è legato all’invasione dei Sassoni provenienti dall’attuale Germania nel V secolo. L’invasione normanna del regno degli Anglosassoni nell’IX secolo spiega, infatti, perché il 70% del lessico inglese è di origine romanza e solo il 30% di origine germanica.

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