Come si creano gli emulatori di videogiochi?

Gli emulatori sono creati facendo prima versioni "software" dei componenti hardware. Il processore Z80 era un chip in vecchi e popolari videogiochi. Persone intelligenti hanno preso lo Z80 e creato una versione software del codice.

Una volta che hanno astratto i chip hardware in versioni software - hanno poi bisogno di scaricare il "sistema operativo" dell'hardware originale. A volte questo è chiamato BIOS. Questo è scritto dagli sviluppatori originali (Nintendo, Sony, ecc.) ed è spesso protetto severamente contro il reverse dumping/engineering. Sono anche strettamente sorvegliati e non sono quasi MAI inclusi nell'emulatore per motivi legali.

Un buon esempio è il BIOS della Sony Playstation 1.

Una volta che hai l'hardware ricostruito come "core" software e un BIOS - gli autori dell'emulatore devono rompere la protezione sulla memoria del gioco in modo che il codice del gioco o le "rom" possano essere scaricate e caricate nella nuova macchina "virtuale". Potrebbero anche dover scrivere codice per simulare il supporto stesso (CDROM, GDROM, 1541 Disk Drive) che potrebbe richiedere di per sé versioni "software core" dei chip interni.

Anche dopo tutto questo - ci sono cose che devono essere capite; molte di queste sono piccoli segreti o tecniche "non standard" usate dall'hardware originale. Questo può essere il timing tra i chip (vedi il gioco arcade Zookeeper di Taito) o l'hardware non documentato o anche solo qualche strana condizione che si verifica solo quando si verifica una condizione molto speciale all'interno dell'hardware reale.

Alla fine, si ha un emulatore. Si tratta di una notevole quantità di lavoro - indipendentemente dalla piattaforma o anche da quanti "core software" sono già stati creati in precedenza.

Quindi... quando il vostro gioco preferito non funziona bene in un emulatore, date una pausa agli autori. Non è così facile come sembra.