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Qualcuno può spiegare la teoria delle forme di Platone in termini profani?

Le idee di Platone sembrano spaventose, strane e non scientifiche, ma, a causa dell'enorme influenza che ha avuto sulla visione del mondo occidentale, la teoria delle forme è fondamentalmente già in termini profani per noi oggi.

Ecco un esempio: da dove vengono i triangoli rettangoli?

Si potrebbe dire che li scopriamo empiricamente nel mondo, e c'è una certa verità in questo, ma ogni "triangolo rettangolo" che troviamo nel mondo è diverso, alcuni sono fatti di carta, alcuni sono fatti di spazio vuoto tra altri oggetti, alcuni sono fatti di cemento, e così via. E, inoltre, tutti questi "veri" triangoli rettangoli non sono oggetti geometrici "perfetti", il bordo di un edificio non è una pura linea unidimensionale, è frastagliato, un po' storto. Questi triangoli non sono così perfettamente adatti al lavoro della fisica e della geometria, e misurarli tutti perfettamente richiederà una vita.

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(lemill.net)

Ma questo non è un problema, si pensa, dopo aver visto molti triangoli possiamo "astrarre" un triangolo rettangolo puro da ciò che è essenziale a tutti loro, e scartare ciò che è idiosincratico a ciascuno. Alla fine abbiamo un triangolo rettangolo "puro" composto da: tre punti zero dimensionali, collegati da tre linee unidimensionali che rappresentano le distanze più brevi tra questi punti, due delle quali si intersecano su una perpendicolare, per creare un angolo che è esattamente il quarto dell'angolo interno totale di un cerchio (*edit: Haha, volevo dire "Quadrato"). Ora, finalmente, possiamo fare geometria.

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(astarmathaandphysics.com)

Tutto quello che diciamo in geometria (cioè, a^2 = b^2 + c^2) su un triangolo rettangolo si applica a tutti i triangoli rettangoli (uno's fatto di carta, o di spazio vuoto, quelli enormi e quelli piccoli, ecc.) quindi in questo modo c'è un solo triangolo rettangolo per il geometra, e per Platone, di cui ogni istanza che si può trovare nel mondo non è perfettamente rappresentativa, ma abbastanza vicina perché si possa intravedere questo "triangolo perfetto del geometra" all'interno di ognuno come la forma che approssima.

Perché Platone pensa che questa "forma" sia il vero affare, e che i triangoli reali di fronte a noi siano ombre o copie o fantasmi, è semplicemente l'osservazione che nel trattare con questi triangoli di fronte a noi avremo più successo il più delle volte se li trattiamo come se fossero quell'unico perfetto triangolo geometrico, piuttosto che studiare ogni singolo triangolo e le sue proprietà di fronte a noi, uno per uno. Possiamo far atterrare dei robot (reali) su Marte usando la matematica. Platone ne trasse che la matematica (e il suo modo di pensare, le forme e così via) è più reale del mondo stesso.

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(Andreas Gursky, 99 Cent, 1999)

La cosa divertente è che il mondo in cui viviamo oggi, dove siamo completamente circondati da oggetti e marchi prodotti in serie, è molto più "platonico" della Grecia di Platone. Mi piace la Coca-Cola, non questa o quella in sé, perché, in effetti, nel mio istinto credo che ogni goccia di Coca-Cola che ho consumato negli ultimi 30 anni sia identica. Dov'è la Coca-Cola che amo? In una ricetta o in un processo di fabbrica che in tutto il mondo è fatto uguale affinché i clienti non "pensino" al fatto che è prodotto. E, tanto per non perdere il filo platonico, la Coca-Cola va a chiamarsi "The Real Thing".

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(Andy Warhol, Green Coca-Cola Bottles, 1962)

Nel nostro modo di essere consumatori siamo fondamentalmente platonici, acquistiamo forme, non oggetti. Non trattiamo la merda che compriamo come se fosse un'accozzaglia di oggetti individuali e idiosincratici (anche se ovviamente lo è) ma come se fossero delle forme spettrali e perfette; siamo inorriditi quando i nostri telefoni fanno qualcosa di assurdo di cui non c'è traccia su internet, e questo rompe improvvisamente la nostra fantasia che il telefono sia una forma perfetta e spettrale, non un oggetto reale e grintoso... (Una volta conoscevo un tizio che aveva una lista di mobili IKEA. Ogni volta che si trasferiva in un nuovo paese ordinava esattamente gli stessi 17 mobili, perché era più economico che trasportare gli oggetti "reali" da un paese all'altro, ma gli piacevano i mobili e voleva tenerli, quindi li ricomprava, tutti esattamente uguali.

La critica (nietzscheana) del platonismo afferma la differenza contro questa singolarità della forma che trasforma tutte le idiosincrasie individuali in "aberrazioni". Riconosce l'incredibile successo della fisica, ma trova un problema con la facilità con cui ignoriamo (neghiamo) la differenza nel nostro pensiero in tutte le cose, e trattiamo il mondo come se fosse già il mondo delle forme, scontando la schiacciante diversità e molteplicità come "inessenziale".

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(Emil Danielsen, Blogspot)

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(Andreas Gursky, Chicago Board of Trade II, 1999)

Pensate a come i test standardizzati nelle scuole creano la forma singolare dello "studente ideale" rispetto alla quale ogni deviazione è vista come "aberrazione indesiderata" dalla logica del test, per esempio. Il nostro fascino per i test standardizzati, e la garanzia di qualità per quella materia (così ordinata, così pulita, così conveniente, così efficiente) e la nostra incapacità di pensare a un'alternativa (tutto il resto sarebbe così caotico e disordinato, idiosincratico e ingiusto) parla ai piccoli platonici idioti in noi... Per Nietzsche, la negazione della differenza a favore del singolare, dello stesso, equivale a una negazione della vita stessa, che egli diagnostica come proveniente da un luogo di vendetta e dispetto, in particolare Socrate' vendetta e dispetto.

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Ma, tenete presente che Platone era un filosofo, non un dogmatico. La critica di questo modo di pensare (sulla dottrina delle forme) è già presente in Platone stesso, in particolare nel Parmenide. Tom McFarlane ha già dato una bella panoramica di questo aspetto dell'autocritica di Platone presente in questo testo nella sua risposta a questa domanda: Cos'è una forma nella teoria metafisica di Platone? Perciò mi limiterò a indirizzarvi lì.

Di Pate

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