Quando sono state create le storie di Mosè, Perseo, Gilgamesh e Remo e Romolo?
Grazie per l'A2A. La questione è ampia e molto interessante.
L'esposizione infantile, come spiega in parte l'articolo di wikipedia, è un tema ricorrente in vari miti, leggende e tradizioni antiche. Può effettivamente illuminare il fatto che un eroe è "un uomo nuovo", senza i fardelli dell'eredità, come ha suggerito Ryan Lanham. Una nascita "strana" o un'esposizione può anche essere usata per stabilire un culto dell'eroe, poiché implica - almeno per gli antichi greci - che l'eroe era il figlio di un dio, miracolosamente salvato da coloro che volevano eliminarlo. Senza la storia dell'esposizione o qualche altro elemento "soprannaturale" sarebbe difficile deificarne uno; il capolavoro di Euripide Baccanti, per esempio, ritrae vividamente quanto fosse difficile per Penteo accettare che suo cugino Dioniso fosse un dio; sembra che il "Nemo propheta in patria" sia piuttosto accurato.
Ora, quando si tratta di rapporti culturali e soprattutto di intertestualità - che è quello che la domanda suggerisce, dopo tutto, dato che menziona la "scrittura" - sono d'accordo che è troppo difficile che queste storie si siano influenzate direttamente. Derivare dalla stessa fonte e/o svilupparsi in un milieu culturale simile è una cosa, avere una relazione diretta è un'altra.
Infine, ma non meno importante, non sono sicuro che la storia di Mosè sia davvero allo stesso livello di quelle degli eroi greci. Mosè non era figlio di un dio - era, ovviamente, il prescelto da Dio - e non è stato esposto solo per essere trovato e coccolato da qualche popolano o addirittura da un animale, come nel caso di Romolo e Remo, Edipo o Perseo. Invece, è cresciuto nella famiglia del faraone.