Quando il cibo italiano ha iniziato a usare i pomodori?
Il pomodoro in Europa e soprattutto in Italia
Il pomodoro è originario dell'America del Sud, in particolare del Messico e del Perù dove gli Inca e gli Aztechi lo mangiavano infatti chiamavano il pomodoro xitomatl che significa "pianta con frutto globoso, polpa succosa e numerosi semi".
Lo sbarco del pomodoro in Europa avviene nel 1540 in Spagna, grazie a Cortés, un famoso esploratore. Agli occhi degli europei, la pianta arrivata dalle Americhe era simile a una specie già conosciuta e velenosa, il solanum nigrum (belladonna nera). Si credeva per associazione che anche il pomodoro non fosse commestibile. In Spagna non trovò subito fortuna. È stato ipotizzato che le prime varietà introdotte in Europa contenessero solanina in quantità così elevate da essere indigeste. Per questo fu usato come pianta ornamentale o medicinale e per scopi di studio negli orti botanici con una diffusione molto limitata. Il pomodoro divenne popolare per scopi ornamentali: mostrare piante esotiche era motivo di orgoglio per i nobili, soprattutto in Francia dove l'ortaggio fu piantato nel parco della reggia di Versailles per l'orgoglio del re sole: era visto come strana pianta con fiori gialli e palline giallo-arancio. Sembravano bacche.
I frutti hanno ispirato il nome italiano "pomodoro" (mela d'oro), attribuito dal padre della botanica italiana, Pietro Andrea Mattioli (1501-1577) che ha introdotto il nome mala aurea, poi tradotto letteralmente "mela d'oro". Alla bacca furono attribuite proprietà afrodisiache che ne suggerirono l'uso in pozioni e filtri magici preparati dagli alchimisti del '500 e'600, tanto che nelle varie lingue europee troviamo le espressioni: mela d'amore, Liebesapfel, pomme d'amour (o pomme d'or), e in Sicilia pumu d'amuri.
Solo successive selezioni varietali portarono il pomodoro alla sua completa commestibilità: già nel 1572 troviamo menzionati i pomodori rossi.
Il pomodoro arrivò in Italia poco dopo il suo arrivo in Spagna, visto che gli spagnoli avevano possedimenti in Italia ed avevano ottimi rapporti con le varie signorie e con l'impero borbonico. L'arrivo a Firenze di un cesto di pomodori alla corte di Lorenzo il Magnifico risale al 1548. Fu solo un episodio.
Nel Nord Italia il pomodoro fece la sua vera comparsa nel 1596, sempre come pianta ornamentale delle abitazioni settentrionali. Nell'Italia del Nord il pomodoro ha affrontato un lungo periodo di diffidenza. Essendo un territorio diviso in ducati e signorie, i nuovi ortaggi arrivavano qua e là, in modo non omogeneo, raggiungendo non tutte le zone.
Negli anni 20 del XVII secolo, il pomodoro raggiunse il Sud, dove il clima favorevole portò frutti più grandi e di colore rosso arancio, invogliando - soprattutto tra i contadini molto poveri - al punto da spingere la gente a consumarli.
Dalla prima metà del XVII secolo, il pomodoro è così diventato la base della cucina popolare nell'Italia meridionale, nel Regno di Sicilia e nel Regno di Napoli. Nell'Europa meridionale, tuttavia, l'uso alimentare del pomodoro è avvenuto generalmente prima che nell'Europa settentrionale, dove solo con le carestie della seconda metà del XVIII secolo si è cominciato a sperimentare nuovi ingredienti.
L'uso del pomodoro si è però diffuso nell'Italia settentrionale solo dopo il 1861, quindi solo dopo l'unità d'Italia. Infatti, il pomodoro non è un ingrediente della cucina tradizionale del Centro e del Nord Italia. È uno dei motivi per cui mi fanno ridere i commenti di alcuni burloni stranieri che criticano la cucina italiana dicendo che è fatta solo di pomodoro e carboidrati. L'uso del pomodoro è solo una parte della tradizione culinaria del Sud Italia.
Pasta alla norma, siciliana.
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