QNA > C > Cosa Intendeva Richard Feynman Quando Diceva: "Ciò Che Non Posso Creare, Non Lo Capisco"?

Cosa intendeva Richard Feynman quando diceva: "Ciò che non posso creare, non lo capisco"?

Feynman stesso ha risposto a questa domanda.

La citazione è presa dalla sua lavagna al momento della sua morte. Proprio sotto, c'è scritto: "Sapere come risolvere ogni problema che è stato risolto."

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Quando Feynman diceva "creare", non intendeva letteralmente che per capire la fisica delle particelle, doveva diventare Tony Stark e costruire il suo acceleratore. Intendeva invece che, partendo da un pezzo di carta bianco e dalla conoscenza già presente nella sua mente, poteva prendere qualsiasi risultato teorico e ri-derivarlo. ("Qualsiasi" è probabilmente un'esagerazione, ma probabilmente poteva ricavare qualsiasi cosa gli interessasse).

Feynman pensava che l'abilità fosse il vero indicatore della comprensione di qualcosa perché l'unico modo per essere in grado di risolvere qualcosa da soli è avere una solida comprensione di ogni passo del ragionamento coinvolto. Inoltre, se si prova questo, anche con concetti relativamente semplici che si pensa di capire già bene, si scoprirà che spesso si esce dal processo con un apprezzamento molto più profondo per il problema.

Una posizione ancora più estrema di Feynman fu[1]

Una volta, io [David Goodstein] gli dissi: "Dick, spiegami, in modo che io possa capirlo, perché le particelle a metà spin obbediscono alla statistica di Fermi-Dirac". Valutando perfettamente il suo pubblico, Feynman disse: "Preparerò una lezione da matricola su questo". Ma tornò qualche giorno dopo per dire: "Non potevo farlo. Non potevo ridurlo al livello delle matricole. Questo significa che non lo capiamo veramente".


Feynman intendeva dire che capire qualcosa non significa solo lavorare sulla matematica avanzata. Si deve anche avere una nozione che sia abbastanza intuitiva da essere spiegata a un pubblico che non può seguire la derivazione dettagliata.

Ho visto alcune altre fonti che spiegano in dettaglio la posizione di Feynman su questo punto.

La storia del piatto rotante descrive come Feynman sentisse che la curiosità per le cose semplici, e il lavorarci da solo, lo aiutava a mantenere un atteggiamento di gioco verso il suo lavoro professionale che lo tirava fuori da un crollo: http://books.google.com/books?id=7papZR4oVssC&lpg=PP1&dq=sicuramente%20ti're%20joking%20mr.%20feynman&pg=PA173#v=onepage&q=plate&f=false

Feynman's Tips on Physics, un'estensione delle lezioni di Feynman, ha un capitolo su come imparare la fisica, sottolineando che memorizzare le formule è senza speranza nel lungo periodo, e che conoscendo alcune cose chiave e comprendendo i principi, si può lavorare su qualsiasi dettaglio necessario. Non riesco a trovare questo capitolo online, però.

Finalmente, Feynman's Lost Lecture è un fantastico esempio di ciò che Feynman intendeva dire. In essa, egli descrive la sua prova elementare che la legge dell'inverso del quadrato per la gravità porta a orbite ellittiche.

[1]http://en.wikiquote.org/wiki/Talk:Richard_Feynman

Di Zobe

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