Cosa dice Aristotele nella Poetica?


Aristotele sulla bellezza e la tragedia

Aristotele, invece, nella Poetica, prende le mosse dalla definizione dell’arte come imitazione, per affermare il valore conoscitivo della poesia. Imitando le azioni e le passioni umane, cioè rappresentandole, la poesia ci insegna infatti a conoscerle, mentre ci procura diletto. Cosa è bello per Aristotele? Per Aristotele gli elementi del bello sono: l’ordine, la proporzione, il limite; la fonte del bello è nel senso innato del ritmo e dell’armonia e nell’istinto d’imitazione, raffinato da due facoltà: vedere le cose con chiarezza e rappresentarsele con perfetta obbiettività. In che senso Aristotele parla di bellezza in riferimento alla ricerca scientifica? Il concetto del bello Aristotele sviluppa una teoria della bellezza che è più ampia della sua teoria dell’arte, poiché considera anche gli oggetti naturali e non soltanto i prodotti artistici. A suo giudizio, infatti una cosa è bella quando realizza pienamente il suo scopo, che coincide con la sua forma.

Origine e significato della tragedia greca

Il termine "tragedia" pare derivi dalla parola τραγος, capro, un animale presente nelle tradizioni mitologiche greche. Spesso infatti Dioniso era assimilato ad un capro e i componenti del coro che intonavano il ditirambo in onore di Dioniso erano satiri, per metà uomini e per l’altra metà capri. Successivamente,, qual è l’etimologia del termine tragedia? La parola τραγῳδία ("tragedia") è attica, mentre δρᾶμα ("dramma") è parola peloponnesiaca; l’etimologia è incerta, benché siano evidenti le parole da cui deriva (τράγος "capro", ᾠδή "canto").

Ruolo e scopo della tragedia greca

La tragedia greca è un genere teatrale nato nell’antica Grecia, la cui messa in scena era, per gli abitanti della Atene classica, una cerimonia di tipo religioso con forti valenze sociali. Quale nuova concezione della letteratura propone Manzoni nella lettera a Chauvet? Questa riflessione sulla poesia porta Manzoni concepire un modo nuovo di scrivere e rappresentare tragedia, che consiste nell’eliminare le unità di tempo e di luogo tipiche del teatro classico.

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