Come venivano venerati i re mesopotamici?
Non tutti i re mesopotamici erano venerati come gli dei. Avevano un grande potere, ma erano considerati comunque come umani. Umani speciali, in un rapporto abbastanza stretto con le divinità, ma non dei.
Alcuni rivendicavano una discendenza divina: almeno quattro re si dicevano figli della dea Ninsumun, i semi-leggendari Dumuzid e Gilgamesh e gli storicamente attestati Ur-Nammu e Šulgi. Di solito erano venerati come dei durante la loro vita e/o dopo la morte.
Altri, tra cui il leggendario Enmerkar e lo storico Sargon di Akkad, così come il già citato Šulgi, sostenevano di essere amanti della dea Innana. Innana secondo i miti concedeva potere e ricchezza ai suoi amanti, ma se questi non soddisfacevano i suoi bisogni e desideri li uccideva o li puniva in altro modo.
I governanti sumero-accadici che si identificavano come semidei o amanti di divinità lo facevano per sottolineare la loro superiorità rispetto agli altri umani e la loro stretta relazione con i poteri soprannaturali. Questa tendenza era predominante nei periodi in cui la regalità era ereditaria, a quanto pare.
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